
Una Storia di Famiglia
e di Passioni
Nel Cuore della nostra Terra, vive la voce di una Donna Straordinaria
Tutto ebbe inizio con Nonna Mirella Leonardi Giacobazzi, per tutti la Regina dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Una donna di sapienza antica e visione moderna, madre di cinque figli, che ha consacrato la propria vita a preservare un sapere tramandato da generazioni.
La passione nacque presto, quasi per necessità: alla scomparsa prematura della madre Giuseppina, fu Mirella a prendersi cura dell’Acetaia di famiglia, affidandosi alla memoria delle mani, quelle della nonna, quelle della mamma, e ai gesti osservati con occhi attenti fin da bambina.
Tra le botticelle sentiva di ritrovare un legame profondo con le sue radici. Lì, nel silenzio profumato del legno, percepiva la presenza viva di chi l’aveva preceduta. Lì trovava pace, ispirazione e forza. Ogni travaso era un gesto d’amore, ogni attesa un atto di devozione.
Premiata più volte al Palio di Spilamberto, fu relatrice alle celebri Giornate del Balsamico nel 1976, e protagonista instancabile nella nascita e nella guida di prestigiose acetaie modenesi. Fu tra i primi soci della Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale, del Consorzio Produttori ABTM, del Consorzio Tutela, e nel 1999 cofondatrice dell’Accademia Italiana dell’ABTM, nata per promuovere la cultura e l’eccellenza del balsamico. Visionaria e lungimirante, contribuì anche alla fondazione dell’associazione L’Acetaia d’Italia, per unire tradizione e promozione, identità e mercato.
La sua dedizione ha attraversato confini e generazioni
Nel 1990, con il marito Riciero, coronò un sogno: acquistare Villa Emma a Nonantola, per dare alle sue botti una dimora degna. Fu lì, nelle soffitte baciate dal tempo, che prese vita l’attuale Acetaia della famiglia Giacobazzi: un luogo sospeso, immerso in profumi intensi, penombre ovattate e quiete assoluta. Una vera cattedrale del balsamico, dove ogni goccia matura come un pensiero, come un’eredità viva.
Ma Mirella non era solo custode dell’aceto: guidava con passione anche l’Azienda Agricola Ampergola, dedicandosi alla coltivazione delle uve con rigore e sensibilità. Ogni fase, dalla vendemmia manuale alla pigiatura soffice, dalla cottura a fuoco di legna al riposo nei tini, diventava celebrazione. I giorni della cottura erano vere cerimonie familiari, dove si condividevano mosto, racconti e calore.
Il suo aceto ha viaggiato nel mondo, portato da amici, appassionati e ambasciatori spontanei di questo elisir senza tempo. Nel 1989, la Fondazione Gancia premiò il suo prodotto come miglior Aceto Balsamico Tradizionale in una selezione internazionale, mentre nel 1992 fu eletta Imprenditrice dell’anno dal premio “Profilo Donna”, riconoscimento alla sua capacità unica di fondere tradizione, famiglia e imprenditorialità, incarnando il valore e la forza delle donne modenesi.
Un’eredità tramandata alla nuova generazione
Oggi, l’eredità di Mirella è nelle mani attente dei suoi cinque figli, che proseguono con rispetto, passione e responsabilità il cammino avviato dalla madre. Ciascuno di loro, cresciuto tra le fragranze del mosto cotto e la quiete del sottotetto di Villa Emma, custodisce una parte di questo sapere: lo tramanda, lo rinnova, lo protegge. Con cura artigianale e sensibilità moderna, portano avanti una tradizione che è prima di tutto un gesto d’amore verso la propria terra, le proprie radici, la propria famiglia.
Perché in ogni barile custodiamo una storia, un sapere che respira nel legno e si svela nel profumo.